domenica 2 agosto 2015

Cognitive Computing, un mondo nuovo

Le Scienze, luglio 2015, l'articolo che mi ha più colpito è "Alla ricerca di una nuova macchina", di John Pavlus. L'articolo inizia con una carrellata sulle tecnologie informatiche per giungere alle ultime scoperte effettuate presso i laboratori dei grandi gruppi informatici, Intel, IBM, HP... Lasciamo stare le considerazioni sulla validità della Legge di Moore (per chi non la conoscesse si tratta di quella legge che prevede che ogni due anni si raddoppia il numero di transistor per unità di superficie del chip!) per andare dritti al sodo: l'architettura dei microprocessori si sta evolvendo.L'architettura standard dei microprocessori è nota col nome di architettura di von Neumann dal suo inventore, John von Neumann, ed è basata su tre "oggetti", una unità di elaborazione, una memoria e un bus. L'unità di elaborazione esegue i calcoli secondo le istruzioni date, la memoria immagazzina istruzioni e dati, il bus trasporta istruzioni e dati dalla memoria all'unità di elaborazione e viceversa.Questa semplice architettura si è evoluta da quando è stata inventata, ma ora l'IBM ha deciso che è arrivato il momento di metterla in pensione. Un nome, TrueNorth, ci farà conoscere la nuova frontiera dell'informatica.Abbandono ora Le Scienze e l'articolo di John Pavlus per continuare la mia ricerca attraverso internet: parola chiave TrueNorth.In un attimo sono sul sito dell'IBM e mi trovo davanti l'articolo di Dharmendra S. Modha: Introducing a Brain-inspired Computer TrueNorth's neurons to revolutionize system architecture


TrueNorth è un nuovo tipo di processore, costruito secondo una nuova architettura, che è stata sviluppata a partire dalle più avanzate conoscenze sulla struttura e sul funzionamento del cervello.

Alcune domande necessitano di risposta. La prima è:
Chi è Dharmendra Modha? Dharmendra Modha è' un IBM Fellow, uno dei più importanti scienziati dell'IBM, a capo del progetto di Cognitive Computing della IBM, progetto che ha ricevuto finanziamenti dalla DARPA, la Defence Advanced Research Project Agency statunitense, quella stessa agenzia che ha sviluppato ARPANET diventata poi internet.
E subito dopo dobbiamo chiederci: cosa significa Cognitive Computing?
Qui la risposta è più complessa. Per essere brevi, cercando di non banalizzare troppo, si potrebbe dire che la disciplina del Cognitive Computing è quella disciplina che si occupa di studiare e risolvere problemi di elevata complessità, caratterizzati da ambiguità ed incertezza, problemi che normalmente vengono "risolti" dagli esseri umani, è il caso del riconoscimento di un volto, per esempio. 
Per l'IBM un sistema di Cognitive computing" svolge i seguenti compiti: "learn and interact naturally with people to extend what either humans or machine could do on their own. They help human experts make better decisions by penetrating the complexity of Big Data".
Ma perchè tutto questo interesse nel costruire una macchina che abbia delle capacità che già hanno gli uomini?
PEr lo stesso motivo per cui sono nati i computer che già conosciamo. L'uomo era in grado di far di conto anche prima dell'arrivo dei computer, ma se le operazioni sono ripetitive e lunghe è difficile trovare qualcuno che se ne occupi e che, magari, non commetta errori.
Ecco che un computer, ottimizzato per fare calcoli, prende il posto di uno o più uomini, che in vece che far calcoli si preoccupano di scrivere le istruzioni per il computer e di verificare che funzioni bene.
Allo stesso modo, se abbiamo da controlla re milioni di volti su un monitor e confrontarli con delle schede per verificare l'identità delle persone, possiamo mettere 100.000 persone dietro i  monitor a verificare chi sta passando sotto di noi, oppure possiamo creare dei software che, eseguendo un numero molto grande di operazioni semplici, siano in grado di "riconoscere" le persone già schedate. Questo è già stato realizzato. esistono tanti sistemi di riconoscimento in funzione che si basano su computer costruiti secondo l'architettura von Neumann.
E' facile rendersi conto, se si è mai entrati in un data centre, della enormità di risorse occorrenti per fare certe operazioni e salta subito all'occhio che i computer classici, mentre sono molto veloci nel fare operazioni semplici ripetitive, sono molto inefficienti nel trovare soluzioni a problemi complessi, come quello indicato prima. L'inefficienza si riflette sulle risorse necessarie per svolgere il compito, risorse che possiamo misurare in vari modi, uno di questi è il consumo di energia.
Un computer, da questo punto di vista, è molto meno efficiente di un cervello.
Ecco da cosa nasce l'idea (a mio parere) di costruire nuovi computer di struttura simile al cervello.
L'accoppiata di computer classici e computer di tipo Cognitive, potrebbe essere in grado di creare nuovi super computer in grado di svolgere velocemente calcoli ripetitivi e anche di riconoscere velocemente nella persona affianco a noi, il volto di un caro amico.
Vedremo cosa ci aspetta il futuro prossimo. 
Per ora cerchiamo di capire meglio come è fatto e quali nuovi campi di ricerca e studio ci apre il nuovo processore IBM: TrueNorth. Infatti la nuova architettura necessita di nuovi linguaggi di programmazione, di nuove logiche di memoria, nuove tecnologie... insomma, un mondo nuovo si sta aprendo agli ingegneri e agli informatici, un nuovo mondo che necessita di esploratori capaci e curiosi...

sabato 29 dicembre 2012

Vi presento il mio nuovo libro: Ricordi di uno splendido passato

Cari amici e lettori, mi prendo qualche riga del blog per publicizzare il mio ultimo libro:

"Ricordi di uno splendido passato".

Il sottotitolo vi può far capire meglio di che si tratta: "Le età dell'Uomo, Platone, il Crizia e Atlantide. La storia va riscritta?"

Veniamo dunque al contenuto. Vi chiederete cosa potrete trovare di interessante in questo libro.

Sicuramente troverete tante curiosità tratte dai testi classici dei grandi autori dell’antichità: Esiodo, Erodoto, Platone, Virgilio, Seneca, lo Pseudo-Apollodoro, Giamblico ma anche alcuni autori più recenti quali Ruggero Bacone, Galileo Galilei ed infine Dimitrj Merezkovskj. Essi, nei loro testi talvolta fanno riferimento ad altri autori e così avrete modo di conoscere anche il pensiero di questi ultimi, noti o meno che siano.
Attraverso le loro opere cercherò di spiegare come credo sia avvenuta l’evoluzione della civiltà umana e proverò a porre in evidenza alcune curiosità che mi hanno spinto allo studio delle opere più antiche, nella convinzione che faranno lo stesso con chi di voi vorrà seguirmi.

Esiodo è il mio riferimento per le età dell’uomo, l’età d’oro in cui la civiltà umana godeva dei prodotti della madre terra senza versare una sola goccia di sudore, l’età dell’argento seguita dal bronzo, poi l’età degli eroi ed infine quella del ferro.
Erodoto è una fonte inesauribile di fatti sulle popolazioni del mondo di duemilacinquecento anni fa. Platone è il punto di inizio della ricerca per il mito di Atlantide.
Ma tutto quello che leggerete ha un solo fine, mostrare quanto sia probabile l’evoluzione ciclica dell’umanità. Ricerca condotta sui principali testi antichi che hanno tramandato i miti, leggende o semplici informazioni scientifiche fuori dal tempo.

Il Timeo e il Crizia, principalmente, Esiodo e Platone, Atlantide, manon solo!
Ogni volta che sarà possibile, seppure brevemente, cercherò di porre in evidenza eventuali spunti di riflessione per mezzo di domande, spesso senza risposta.

La storia, lo sviluppo dell’umanità e la conoscenza scientifica degli antichi sono soggetti di ricerca ugualmente interessanti e che ho provato ad illustrare con esempi tratti dai testi antichi e con paragoni con le conoscenze scientifiche attuali.
I testi che vi potrete trovare sono scritti in tempi diversi e rispecchiano la mia sete di ricerca e i miei interessi, spero li troverete stimolanti e che possano essere d’aiuto al vostro percorso di ricerca, qualunque esso sia.

Se vi piacciono le domande, i dubbi e i misteri del passato in vece delle false certezze, allora questo è il libro che fa per voi.

Lo potete trovare su ilmiolibro.it, buona lettura!


Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

mercoledì 18 febbraio 2009

Informatica e informazione...

Cari amici, questa sera pubblico qualcosa di particolare, un commento ad un post pubblicato tempo addietro sui legami esistenti tra informatica e linguistica, ecco il link al post per chi non l'avesse letto... Informatica e informazione.
Ed eccovi il commento che merita, però, uno spazio tutto suo...

"Bell'articolo, Paolo. Me ne avvedo solo ora. Complimenti.

In effetti non è sbagliato assimilare l'informazione all'informatica, né tantomeno la linguistica. Questo in virtù del fatto che, se ci pensiamo bene, sia l'informazione sia la linguistica sono riconducibili alla comunicazione. L'una in quanto è il contenuto che un emittente ed un ricevente la comunicazione si trasmettono, l'altra rappresenta in qualche modo le diverse funzioni linguistiche.
Oggi il binomio comunicazione-informatica è un concentrato di sinergie che rappresentano il mezzo comunicativo moderno. L’evoluzione di entrambe è sempre stata orientata l’una verso l’altra.
La comunicazione, nel suo percorso evolutivo, è passata attraverso diverse fasi caratterizzate da tre tipologie comunicative.
La comunicazione in presenza, adottata per trasferire informazioni nell’antichità di padre in figlio, è caratterizzata da una condivisione spazio-temporale tra gli attori della comunicazione ed è di tipo sincrono in quanto la comunicazione avviene nello stesso istante. Dobbiamo dire inoltre che la comunicazione in presenza richiede un certa “tecnica”. Si tratta di conoscenze incorporate nella cultura, in qualche modo insite nel processo stesso di apprendimento del linguaggio naturale. Infatti, apprendiamo sin dai primi anni di vita le modalità del conversare, ossia, prendere la parola a turno, parlare a una certa distanza, con un certo volume di voce, etc.
Un’altra tipologia di comunicazione è quella a distanza che, nel suo modello classico, è un tipo di comunicazione dove non vi è alcuna condivisione spazio-temporale; è inoltre asincrono in quanto sicuramente l’invio del messaggio non avviene nello stesso istante della ricezione. Nella comunicazione a distanza gli interlocutori comunicano in tempi diversi in luoghi diversi; pensiamo alla dinamica della comunicazione scritta di una lettera per esempio, oppure all’ipotesi di una registrazione di un messaggio video o audio che viene poi recapitato al destinatario, pensiamo ancora alla visione di una trasmissione televisiva precedentemente registrata, oppure all’invio di un SMS ad un utente che in quel momento ha il telefonino spento. La comunicazione a distanza può essere però anche un tipo di comunicazione che, sebbene rispetti la consegna della non spazialità (diversamente non si potrebbe chiamare comunicazione a distanza), può non avere necessariamente una condivisione temporale, quale può essere per esempio l’azione di fare una telefonata che vada a buon fine.

Inoltre, le modalità di comunicazione sono strettamente correlate con lo sviluppo tecnologico. Pensiamo all’evoluzione dei metodi di scrittura, la nascita della stampa, lo sviluppo della rete ferroviaria, l’incremento dei mezzi di telecomunicazione, etc.

Ed arriviamo al tipo di comunicazione che più di ogni altro è strettamente legato all’evoluzione informatica: la comunicazione mediata. Questo è un tipo di comunicazione che adopera sostanzialmente lo strumento computer. E’ un tipo di comunicazione a distanza perché non vi è condivisione spaziale, in quanto i computer degli interlocutori sono distanti tra loro e comunque si tratta di comunicazione nel quale il computer fa da mediatore e interfaccia. Può essere inoltre un tipo di comunicazione sincrona quando si utilizza per esempio una chat o un servizio di teleconferenza, ma può essere anche asincrona quando si si invia una e-mail o si posta su un forum.

Tutto questo discorso (spero non noioso, per arrivare a confermare che la comunicazione si è evoluta in funzione dello sviluppo tecnologico e, viceversa, le tecnologie informatiche si sono sempre di più adeguate alle esigenze comunicative, basti pensare a Internet e tutte le possibilità comunicative che ci offre attraverso i siti Web, forum, chat, blog, e-mail, teleconferenze, etc.

Il punto debole però di questa fase evolutiva della comunicazione, e qui subentrano la crittografia e la steganografia, è che è difficile garantire e preservare la sicurezza delle nostre informazioni. Anche perché, diversamente dal tipo di interazione faccia a faccia dove i pericoli di mancata sicurezza sono due: il ricevente la comunicazione oppure qualcuno che sta origliando la conversazione, l’interazione mediata dal computer e dalla Rete ha molte varianti e innumerevoli possibilità che qualcuno catturi l’informazione, visto le linee che la nostra informazione percorre nella Rete.

Un saluto, Nicola AMATO"


Grazie Nicola, e spero di poter leggere presto altri tuoi commenti!

venerdì 16 maggio 2008

Informatica e informazione


(Steganografia, l’ultimo confine tra l’Informatica e la Linguistica !)


Chi mai si sognerebbe di unire Informatica e Linguistica. Che cosa è questa strana cosa di cui stiamo parlando?

La domanda sorge spontanea: Che relazioni esistono tra due concetti apparentemente così distanti ?
Informatica è un termine di uso comune; chi non utilizza un personal computer? Siamo tutti, in qualche modo, utenti di servizi informatici. Anche se il termine ha ancora i confini ben poco delimitati, per Informatica si intende quella scienza interdisciplinare che riguarda tutti gli aspetti del trattamento dell'informazione mediante elaboratori elettronici. La Linguistica, invece, è la disciplina scientifica che studia sia la lingua che il linguaggio, intendendo sia il potenziale innato dell'uomo di produrre il linguaggio, che la facoltà stessa di produrlo.

Parlando di linguaggi, questo ci suggerisce che i linguaggi possono essere di vari tipi: parlato, scritto e del corpo, per esempio. Ovviamente ci sono delle differenze tra i vari linguaggi e qualche volta i diversi linguaggi si tradiscono a vicenda. Nel linguaggio scritto non si riescono a percepire, per esempio, quelle differenze che la persona vuole intendere con l’intonazione della voce o l’enfasi del linguaggio parlato; mentre qualche volta è il viso che tradisce o suggerisce le parole che stiamo dicendo. Spesso lo stesso concetto si esprime con parole totalmente diverse in lingue differenti. L’esempio più classico è il seguente: in Italiano piove a catinelle, mentre in Inglese piovono gatti e cani!!

Guardando indietro sin dalla nascita dell’essere umano, il linguaggio si è evoluto con l’uomo stesso. Il linguaggio del corpo si è sviluppato in lingua parlata, i graffiti si sono sviluppati in disegni e i simboli in scrittura, ed anche l’informatica si sta sviluppando coi vari linguaggi di programmazione.Così si è assistito ad uno sviluppo del linguaggio tra i vari popoli e genti; così gesti apparentemente semplici e comuni si sono evoluti nelle varie civiltà avendo anche significati diversi o opposti tra lingue e culture diverse.Provate a fare la V di vittoria con Indice e il Medio ad un Inglese, ... tutto OK, ma se girate la mano col palmo verso di voi (come per indicare il numero 2) c’è un significato molto diverso, ...opposto e di certo non gradito, che deve le sue origini alla guerra dei 100 anni. Ci sono anche altre parole e modi di dire che col tempo hanno cambiato se non addirittura invertito il loro significato.


Questa diversità tra i linguaggi non si vede in informatica. In Informatica tutti i linguaggi e i modi di dire hanno sempre globalizzato il mondo stesso. Attraverso i Linguaggi di programmazione, gli uomini anche di continenti e paesi diversi, riescono a comunicare tra di loro e a creare e scambiarsi Programmi e Software per scambiarsi informazioni. Attraverso il linguaggio di programmazione, gli uomini di culture diverse comunicano tra di loro in una stessa lingua. Guardandoci bene intorno, anche nei Blog, nelle Chat e con gli SMS si comunica nella stessa lingua scambiandoci le cosìdette “Faccine” o “Emoticon :-) .

Beh, fino a quà nulla di nuovo, è un discorso già sentito che molti di noi conoscono bene !!!Ma allora cosa accomuna il trattamento dell’informazione mediante elaboratori elettronici con la capacità dell’uomo di produrre linguaggi ?

La novità viene adesso: oggigiorno si sta aprendo una nuova frontiera del linguaggio attraverso l’informatica, stiamo parlando della steganografia.

La Steganografia è una tecnica che ha le sue origini nell’ antica grecia e si prefigge di nascondere la comunicazione tra due interlocutori. Entrando nello specifico della steganografia, possiamo dire che la parola steganografia deriva dall'unione dei due vocaboli greci stèganos che vuol dire nascosto e gràfein che significa scrivere. Si tratta dunque di "scrittura nascosta" o, meglio ancora, l'insieme delle tecniche che consente a due o più persone di comunicare tra loro in modo tale da nascondere l'esistenza della comunicazione agli occhi di un eventuale osservatore. L’esempio più classico di steganografia è quello di scrivere un testo su un foglio di carta con “inchiostro simpatico”. Chi è nato prima degli anni ’70 la conosce bene !


Dobbiamo premettere che la steganografia è ben diversa dalla crittografia, ed è bene dunque, fare chiarezza sulla terminologia. Mentre la crittografia è la tecnica mediante la quale un messaggio viene codificato affinché appaia incomprensibile a chi non possiede la chiave per decodificarlo, la steganografia è piuttosto l’arte di nascondere un messaggio all’interno di un contenitore o vettore in apparenza insospettabile, così da rendere non tanto la decodifica del contenuto difficoltosa, quanto pressoché impossibile la sua stessa identificazione. In semplici parole, mentre lo scopo della crittografia è quello di nascondere il contenuto di un messaggio (linguaggio cifrato), la steganografia si prefigge invece di nasconderne l’esistenza (linguaggio nascosto). Steganografia è anche lasciare un messaggio in casa spostando un oggetto dal suo posto naturale.

...E allora, chi non hai mai utilizzato la steganografia nella propria vita?

L’informatica ha solo potenziato le varie tecniche di steganografia. Oggi la steganografia consente di nascondere all'interno di file digitali, immagini o suoni soprattutto, ogni tipo di messaggio segreto. Perché proprio in questo consiste la tecnica moderna. Con l’ausilio di software particolare si prende un'immagine o un file audio e si estraggono alcune unità minime che la compongono, ossia alcuni bit, e le si sostituiscono con dei dati, in genere lettere di testo, che comporranno il messaggio che si vuol far passare. Ovviamente per tutti si tratta di una immagine o un suono normale, solo chi sa dell’esistenza del file nascosto, riconosce nei bit il messaggio segreto. Oggi l’informatica e la linguistica hanno diversi punti in comune, ed il legame che li unisce, (i bit appunto) apparentemente labile è invece così forte che potrebbe anche nascondere ciò che veramente si vuole comunicare.

Per i più curiosi, di seguito alcuni link: Un completo approfondimento sulla steganografia si può trovare su geocities.com.

Il significato della V nella guerra dei 100 anni lo trovi su feudalia.it

Le Emoticon più strane e simpatiche si trovano su supereva.com


Paolo CARTILLONE

Open Source... questo sconosciuto!

E' credenza comune che il software Open Source sia gratuito, ma non è sempre così!
Il termine “open source” è impiegato per identificare il software il cui codice sorgente può essere liberamente studiato, modificato, copiato e ridistribuito e nasce nel 1983 per merito di Richard Stallman, ricercatore del Massachusets Institute of Technology. Stallman decide di realizzare un sistema Unix completamente gratuito per studenti e ricercatori. Quello stesso anno la AT&T decise di commercializzare il sistema Unix. Per sostenere la sua iniziativa, che intanto prendeva piede tra i colleghi, Stallman creò la “Free Software Foundation”(1) (FSF), con cui intendeva sponsorizzare la libertà di distribuire il codice sorgente di tutti i programmi. La prima e più importante attività della Free Software Foundation fu quella di scrivere un contratto di licenza per il software open, chiamato GNU General Public License (GNU GPL), che stabilisce come deve essere reso disponibile il codice sorgente e prevede che i programmi che includono codice coperto dalla GNU General Public License devono essere resi disponibili sotto lo stesso tipo di licenza.La GNU GPL (versione 2 del giugno 1991) inizia così:
“The licenses for most software are designed to take away your freedom to share and change it. By contrast, the GNU General Public License is intended to guarantee your freedom to share and change free software to make sure the software is free for all its users. This General Public License applies to most of the Free Software Foundation's software and to any other program whose authors commit to using it. (Some other Free Software Foundation software is covered by the GNU Library General Public License instead.) You can apply it to your programs, too.When we speak of free software, we are referring to freedom, not price. Our General Public Licenses are designed to make sure that you have the freedom to distribute copies of free software (and charge for this service if you wish), that you receive source code or can get it if you want it, that you can change the software or use pieces of it in new free programs; and that you know you can do these things.”(2)

La GNU GPL prosegue spiegando cosa è possibile fare e cosa no ma, per quello che ci interessa è sufficiente questa parte. Il software Open Source è libero, non si paga, a meno dei costi di riproduzione e distribuzione delle copie e ciò lo rende incredibilmente vantaggioso se paragonato al software soggetto ad altro tipo di licenza... Esistono anche altri tipi di licenze che definiscono software più o meno liberi, ma soprattutto esistono tanti software open source che possono essere liberamente impiegati, studiati, migliorati e ridistribuiti. Si va dai Sistemi Operativi quali Linux (nelle diverse versioni e distribuzioni), sviluppato da Linus Torvald a partire dal 1991, ai software per uso d'ufficio quali Open Office e, ultimamente, si comincia a vedere anche qualche videogioco (per la felicità degli appassionati). Ma allora perché non impiegare sempre software open source?
Quali possono essere i problemi? Per cercare di capire è necessario leggere attentamente la licenza GNU GPL...
E' sufficiente leggere il paragrafo
“TERMS AND CONDITIONS FOR COPYING, DISTRIBUTION AND MODIFICATION” per capire che uno dei problemi è la mancanza di garanzia, infatti,"BECAUSE THE PROGRAM IS LICENSED FREE OF CHARGE, THERE IS NO WARRANTY FOR THE PROGRAM, TO THE EXTENT PERMITTED BY APPLICABLE LAW. EXCEPT WHEN OTHERWISE STATED IN WRITING THE COPYRIGHT HOLDERS AND/OR OTHERS PARTIES PROVIDE THE PROGRAM AS IS WITHOUT WARRANTY OF ANY KIND, EITHER EXPRESSED OR IMPLIED, INCLUDING, BUT NOT LIMITED TO, THE IMPLIED WARRANTIES OF THE IMPLIED WARRANTIES OF MERCHANTABILITY AND FITNESS FOR A PARTICULAR PURPOSE. THE ENTIRE RISK AS TO THE QUALITY AND PERFORMANCE OF THE PROGRAM IS WITH YOU. SHOULD THE PROGRAM PROVE DEFECTIVE, YOU ASSUME THE COST OF ALL NECESSARY SERVICING, REPAIR OR CORRECTION. IN NO EVENT UNLESS REQUIRED BY APPLICABLE LAW OR AGREED TO IN WRITING WILL ANY COPYRIGHT HOLDER, OR ANY OTHER PARTY WHO MAY MODIFY AND/OR REDISTRIBUTE THE PROGRAM AS PERMITTED ABOVE, BE LIABLE TO YOU FOR DAMAGES, INCLUDING ANY GENERAL, SPECIAL, INCIDENTAL OR CONSEQUENTIAL DAMAGES ARISING OUT OF THE USE OR INABILITY TO USE THE PROGRAM (INCLUDING BUT NOT LIMITED TO LOSS OF DATA OR DATA BEING RENDERED INACCURATE OR LOSSES SUSTAINED BY YOU OR THIRD PARTIES OR A FAILURE OF THE PROGRAM TO OPERATE WITH ANY OTHER PROGRAMS), EVEN IF SUCH HOLDER OR OTHER PARTY HAS BEEN ADVISED OF THE POSSIBILITY OF SUCH DAMAGES."
E' chiaro che è la mancanza di garanzia a far paura alle organizzazioni!
Ma se non si appartiene alla categoria delle organizzazioni? Direte voi...
Beh, allora potete provare a fare come me! Io uso spesso software open... in particolare Open Office 2.0... gratuito, intuitivo e completo!
Provare per credere...

Note:
(1) - Maggiori informazioni possono essere reperite su internet all'indirizzo: http://www.gnu.org/
(2) - GNU GENERAL PUBLIC LICENSE, Version 2, June 1991 - Copyright (C) 1989, 1991 Free Software Foundation, Inc. - http://www.fsf.org/

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Cosa è l'informatica?

L'informatica è una materia sconosciuta ai più, di cui tutti si riempiono la bocca...
Perciò si sente sempre dire:
"Quel programma? Io l'avrei fatto in due ore..."
Oppure... "ma cosa ci vuole... lo devo fare io?"
Tutte cose che chiaramente sono seguite dal nulla più profondo...
L'unica frase che invece non si sente mai abbastanza è:
"Mai pensare che i sistemi informatici siano la panacea di tutti i mali o la soluzione a tutti i problemi organizzativi. Possono “aiutare” a risolvere problemi, ma una organizzazione non può pensare di trovare la soluzione alla propria “disorganizzazione” in un sistema informatico”.
Forse... questa è l'unica verità vera... ma non è informatica... si tratta di organizzazione!
Così, questa rubrica vuole essere un percorso in cui chi legge e chi scrive hanno comunque molto da imparare...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Linguistica. Babele?



L'origine delle lingue, da dove e come nascono le lingue che noi esseri umani correntemente parliamo?
L'ipotesi di un'origine unica delle lingue, di una lingua madre cui far risalire i vari ceppi e la babele di idiomi delle popolazioni sul nostro pianeta e, perché no... altrove, è al centro dell'interesse dei linguisti. La teoria più affascinante e probabilmente quella più accreditata oggi è quella della classificazione delle oltre cinquemila lingue conosciute in sole dodici grandi famiglie. Tali superfamiglie sarebbero riconducibili ad una sola lingua che i sapiens sapiens (i nostri progenitori) portarono con sé quando, non più di centomila anni fa, si diffusero sulla terra, sciamando, per così dire, con una serie di grandi migrazioni, dalla loro culla africana. Non sarebbe meraviglioso scoprire che tante parole che noi usiamo tutti i giorni sono intimamente legate ad altre appartenenti ad una lingua di un popolo lontano, magari esotico e sconosciuto? Se qualcuno condividesse questo mio interesse ed avesse notizie o curiosità al riguardo me lo faccia sapere al più presto.
Tullio PATIERNO