venerdì 16 maggio 2008

Informatica e informazione


(Steganografia, l’ultimo confine tra l’Informatica e la Linguistica !)


Chi mai si sognerebbe di unire Informatica e Linguistica. Che cosa è questa strana cosa di cui stiamo parlando?

La domanda sorge spontanea: Che relazioni esistono tra due concetti apparentemente così distanti ?
Informatica è un termine di uso comune; chi non utilizza un personal computer? Siamo tutti, in qualche modo, utenti di servizi informatici. Anche se il termine ha ancora i confini ben poco delimitati, per Informatica si intende quella scienza interdisciplinare che riguarda tutti gli aspetti del trattamento dell'informazione mediante elaboratori elettronici. La Linguistica, invece, è la disciplina scientifica che studia sia la lingua che il linguaggio, intendendo sia il potenziale innato dell'uomo di produrre il linguaggio, che la facoltà stessa di produrlo.

Parlando di linguaggi, questo ci suggerisce che i linguaggi possono essere di vari tipi: parlato, scritto e del corpo, per esempio. Ovviamente ci sono delle differenze tra i vari linguaggi e qualche volta i diversi linguaggi si tradiscono a vicenda. Nel linguaggio scritto non si riescono a percepire, per esempio, quelle differenze che la persona vuole intendere con l’intonazione della voce o l’enfasi del linguaggio parlato; mentre qualche volta è il viso che tradisce o suggerisce le parole che stiamo dicendo. Spesso lo stesso concetto si esprime con parole totalmente diverse in lingue differenti. L’esempio più classico è il seguente: in Italiano piove a catinelle, mentre in Inglese piovono gatti e cani!!

Guardando indietro sin dalla nascita dell’essere umano, il linguaggio si è evoluto con l’uomo stesso. Il linguaggio del corpo si è sviluppato in lingua parlata, i graffiti si sono sviluppati in disegni e i simboli in scrittura, ed anche l’informatica si sta sviluppando coi vari linguaggi di programmazione.Così si è assistito ad uno sviluppo del linguaggio tra i vari popoli e genti; così gesti apparentemente semplici e comuni si sono evoluti nelle varie civiltà avendo anche significati diversi o opposti tra lingue e culture diverse.Provate a fare la V di vittoria con Indice e il Medio ad un Inglese, ... tutto OK, ma se girate la mano col palmo verso di voi (come per indicare il numero 2) c’è un significato molto diverso, ...opposto e di certo non gradito, che deve le sue origini alla guerra dei 100 anni. Ci sono anche altre parole e modi di dire che col tempo hanno cambiato se non addirittura invertito il loro significato.


Questa diversità tra i linguaggi non si vede in informatica. In Informatica tutti i linguaggi e i modi di dire hanno sempre globalizzato il mondo stesso. Attraverso i Linguaggi di programmazione, gli uomini anche di continenti e paesi diversi, riescono a comunicare tra di loro e a creare e scambiarsi Programmi e Software per scambiarsi informazioni. Attraverso il linguaggio di programmazione, gli uomini di culture diverse comunicano tra di loro in una stessa lingua. Guardandoci bene intorno, anche nei Blog, nelle Chat e con gli SMS si comunica nella stessa lingua scambiandoci le cosìdette “Faccine” o “Emoticon :-) .

Beh, fino a quà nulla di nuovo, è un discorso già sentito che molti di noi conoscono bene !!!Ma allora cosa accomuna il trattamento dell’informazione mediante elaboratori elettronici con la capacità dell’uomo di produrre linguaggi ?

La novità viene adesso: oggigiorno si sta aprendo una nuova frontiera del linguaggio attraverso l’informatica, stiamo parlando della steganografia.

La Steganografia è una tecnica che ha le sue origini nell’ antica grecia e si prefigge di nascondere la comunicazione tra due interlocutori. Entrando nello specifico della steganografia, possiamo dire che la parola steganografia deriva dall'unione dei due vocaboli greci stèganos che vuol dire nascosto e gràfein che significa scrivere. Si tratta dunque di "scrittura nascosta" o, meglio ancora, l'insieme delle tecniche che consente a due o più persone di comunicare tra loro in modo tale da nascondere l'esistenza della comunicazione agli occhi di un eventuale osservatore. L’esempio più classico di steganografia è quello di scrivere un testo su un foglio di carta con “inchiostro simpatico”. Chi è nato prima degli anni ’70 la conosce bene !


Dobbiamo premettere che la steganografia è ben diversa dalla crittografia, ed è bene dunque, fare chiarezza sulla terminologia. Mentre la crittografia è la tecnica mediante la quale un messaggio viene codificato affinché appaia incomprensibile a chi non possiede la chiave per decodificarlo, la steganografia è piuttosto l’arte di nascondere un messaggio all’interno di un contenitore o vettore in apparenza insospettabile, così da rendere non tanto la decodifica del contenuto difficoltosa, quanto pressoché impossibile la sua stessa identificazione. In semplici parole, mentre lo scopo della crittografia è quello di nascondere il contenuto di un messaggio (linguaggio cifrato), la steganografia si prefigge invece di nasconderne l’esistenza (linguaggio nascosto). Steganografia è anche lasciare un messaggio in casa spostando un oggetto dal suo posto naturale.

...E allora, chi non hai mai utilizzato la steganografia nella propria vita?

L’informatica ha solo potenziato le varie tecniche di steganografia. Oggi la steganografia consente di nascondere all'interno di file digitali, immagini o suoni soprattutto, ogni tipo di messaggio segreto. Perché proprio in questo consiste la tecnica moderna. Con l’ausilio di software particolare si prende un'immagine o un file audio e si estraggono alcune unità minime che la compongono, ossia alcuni bit, e le si sostituiscono con dei dati, in genere lettere di testo, che comporranno il messaggio che si vuol far passare. Ovviamente per tutti si tratta di una immagine o un suono normale, solo chi sa dell’esistenza del file nascosto, riconosce nei bit il messaggio segreto. Oggi l’informatica e la linguistica hanno diversi punti in comune, ed il legame che li unisce, (i bit appunto) apparentemente labile è invece così forte che potrebbe anche nascondere ciò che veramente si vuole comunicare.

Per i più curiosi, di seguito alcuni link: Un completo approfondimento sulla steganografia si può trovare su geocities.com.

Il significato della V nella guerra dei 100 anni lo trovi su feudalia.it

Le Emoticon più strane e simpatiche si trovano su supereva.com


Paolo CARTILLONE

Open Source... questo sconosciuto!

E' credenza comune che il software Open Source sia gratuito, ma non è sempre così!
Il termine “open source” è impiegato per identificare il software il cui codice sorgente può essere liberamente studiato, modificato, copiato e ridistribuito e nasce nel 1983 per merito di Richard Stallman, ricercatore del Massachusets Institute of Technology. Stallman decide di realizzare un sistema Unix completamente gratuito per studenti e ricercatori. Quello stesso anno la AT&T decise di commercializzare il sistema Unix. Per sostenere la sua iniziativa, che intanto prendeva piede tra i colleghi, Stallman creò la “Free Software Foundation”(1) (FSF), con cui intendeva sponsorizzare la libertà di distribuire il codice sorgente di tutti i programmi. La prima e più importante attività della Free Software Foundation fu quella di scrivere un contratto di licenza per il software open, chiamato GNU General Public License (GNU GPL), che stabilisce come deve essere reso disponibile il codice sorgente e prevede che i programmi che includono codice coperto dalla GNU General Public License devono essere resi disponibili sotto lo stesso tipo di licenza.La GNU GPL (versione 2 del giugno 1991) inizia così:
“The licenses for most software are designed to take away your freedom to share and change it. By contrast, the GNU General Public License is intended to guarantee your freedom to share and change free software to make sure the software is free for all its users. This General Public License applies to most of the Free Software Foundation's software and to any other program whose authors commit to using it. (Some other Free Software Foundation software is covered by the GNU Library General Public License instead.) You can apply it to your programs, too.When we speak of free software, we are referring to freedom, not price. Our General Public Licenses are designed to make sure that you have the freedom to distribute copies of free software (and charge for this service if you wish), that you receive source code or can get it if you want it, that you can change the software or use pieces of it in new free programs; and that you know you can do these things.”(2)

La GNU GPL prosegue spiegando cosa è possibile fare e cosa no ma, per quello che ci interessa è sufficiente questa parte. Il software Open Source è libero, non si paga, a meno dei costi di riproduzione e distribuzione delle copie e ciò lo rende incredibilmente vantaggioso se paragonato al software soggetto ad altro tipo di licenza... Esistono anche altri tipi di licenze che definiscono software più o meno liberi, ma soprattutto esistono tanti software open source che possono essere liberamente impiegati, studiati, migliorati e ridistribuiti. Si va dai Sistemi Operativi quali Linux (nelle diverse versioni e distribuzioni), sviluppato da Linus Torvald a partire dal 1991, ai software per uso d'ufficio quali Open Office e, ultimamente, si comincia a vedere anche qualche videogioco (per la felicità degli appassionati). Ma allora perché non impiegare sempre software open source?
Quali possono essere i problemi? Per cercare di capire è necessario leggere attentamente la licenza GNU GPL...
E' sufficiente leggere il paragrafo
“TERMS AND CONDITIONS FOR COPYING, DISTRIBUTION AND MODIFICATION” per capire che uno dei problemi è la mancanza di garanzia, infatti,"BECAUSE THE PROGRAM IS LICENSED FREE OF CHARGE, THERE IS NO WARRANTY FOR THE PROGRAM, TO THE EXTENT PERMITTED BY APPLICABLE LAW. EXCEPT WHEN OTHERWISE STATED IN WRITING THE COPYRIGHT HOLDERS AND/OR OTHERS PARTIES PROVIDE THE PROGRAM AS IS WITHOUT WARRANTY OF ANY KIND, EITHER EXPRESSED OR IMPLIED, INCLUDING, BUT NOT LIMITED TO, THE IMPLIED WARRANTIES OF THE IMPLIED WARRANTIES OF MERCHANTABILITY AND FITNESS FOR A PARTICULAR PURPOSE. THE ENTIRE RISK AS TO THE QUALITY AND PERFORMANCE OF THE PROGRAM IS WITH YOU. SHOULD THE PROGRAM PROVE DEFECTIVE, YOU ASSUME THE COST OF ALL NECESSARY SERVICING, REPAIR OR CORRECTION. IN NO EVENT UNLESS REQUIRED BY APPLICABLE LAW OR AGREED TO IN WRITING WILL ANY COPYRIGHT HOLDER, OR ANY OTHER PARTY WHO MAY MODIFY AND/OR REDISTRIBUTE THE PROGRAM AS PERMITTED ABOVE, BE LIABLE TO YOU FOR DAMAGES, INCLUDING ANY GENERAL, SPECIAL, INCIDENTAL OR CONSEQUENTIAL DAMAGES ARISING OUT OF THE USE OR INABILITY TO USE THE PROGRAM (INCLUDING BUT NOT LIMITED TO LOSS OF DATA OR DATA BEING RENDERED INACCURATE OR LOSSES SUSTAINED BY YOU OR THIRD PARTIES OR A FAILURE OF THE PROGRAM TO OPERATE WITH ANY OTHER PROGRAMS), EVEN IF SUCH HOLDER OR OTHER PARTY HAS BEEN ADVISED OF THE POSSIBILITY OF SUCH DAMAGES."
E' chiaro che è la mancanza di garanzia a far paura alle organizzazioni!
Ma se non si appartiene alla categoria delle organizzazioni? Direte voi...
Beh, allora potete provare a fare come me! Io uso spesso software open... in particolare Open Office 2.0... gratuito, intuitivo e completo!
Provare per credere...

Note:
(1) - Maggiori informazioni possono essere reperite su internet all'indirizzo: http://www.gnu.org/
(2) - GNU GENERAL PUBLIC LICENSE, Version 2, June 1991 - Copyright (C) 1989, 1991 Free Software Foundation, Inc. - http://www.fsf.org/

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Cosa è l'informatica?

L'informatica è una materia sconosciuta ai più, di cui tutti si riempiono la bocca...
Perciò si sente sempre dire:
"Quel programma? Io l'avrei fatto in due ore..."
Oppure... "ma cosa ci vuole... lo devo fare io?"
Tutte cose che chiaramente sono seguite dal nulla più profondo...
L'unica frase che invece non si sente mai abbastanza è:
"Mai pensare che i sistemi informatici siano la panacea di tutti i mali o la soluzione a tutti i problemi organizzativi. Possono “aiutare” a risolvere problemi, ma una organizzazione non può pensare di trovare la soluzione alla propria “disorganizzazione” in un sistema informatico”.
Forse... questa è l'unica verità vera... ma non è informatica... si tratta di organizzazione!
Così, questa rubrica vuole essere un percorso in cui chi legge e chi scrive hanno comunque molto da imparare...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

Linguistica. Babele?



L'origine delle lingue, da dove e come nascono le lingue che noi esseri umani correntemente parliamo?
L'ipotesi di un'origine unica delle lingue, di una lingua madre cui far risalire i vari ceppi e la babele di idiomi delle popolazioni sul nostro pianeta e, perché no... altrove, è al centro dell'interesse dei linguisti. La teoria più affascinante e probabilmente quella più accreditata oggi è quella della classificazione delle oltre cinquemila lingue conosciute in sole dodici grandi famiglie. Tali superfamiglie sarebbero riconducibili ad una sola lingua che i sapiens sapiens (i nostri progenitori) portarono con sé quando, non più di centomila anni fa, si diffusero sulla terra, sciamando, per così dire, con una serie di grandi migrazioni, dalla loro culla africana. Non sarebbe meraviglioso scoprire che tante parole che noi usiamo tutti i giorni sono intimamente legate ad altre appartenenti ad una lingua di un popolo lontano, magari esotico e sconosciuto? Se qualcuno condividesse questo mio interesse ed avesse notizie o curiosità al riguardo me lo faccia sapere al più presto.
Tullio PATIERNO

Diario? No grazie, io Bloggo!



Quanti di voi vorrebbero raccontare e scrivere dei propri interessi, pubblicare foto, pensieri e raccontare esperienze di vita con semplicità in modo facile e veloce?
Oggi tutti noi possiamo "raccontarci" nel Web, e tutto grazie al nuovo approccio consentito dal "Blog". Credo che sia una realtà tutta nuova, da paragonarsi al diario che tutti noi da piccoli tenevamo gelosamente dentro il cassetto del comodino. Realtà virtuale molto differente è invece il classico Sito, concepito e strutturato per altri scopi, e certamente più difficile da gestire ed aggiornare.

Cosa è un diario?

Il diario è un contenitore in cui si appuntano pensieri del giorno, riflessioni, si confessano amori e sofferenze, si raccontano le belle giornate trascorse con un amico o amica. Insomma, chi di noi non ne ha avuto uno nella sua gioventù:
" a fine giornata, sotto quel calduccio delle coperte di lana del letto,
chiuso nella tua stanza di infanzia,
rilassato, prima di dormire pensi alla giornata trascorsa,
se sei pure un sognatore...
quei momenti saranno impressi per sempre in quelle paginette colorate."

Certamente prima di scrivere qualcosa di tanto personale in un "diario" pubblicato sul web ed accessibile dal tuo vicino di casa così come dal giapponese o l'americano internauta, bisognerebbe pensarci un po su... ma è anche vero che oggi il privato esiste sempre meno (in barba a tutte le leggi sulla privacy in continuo aumento).
Girano sulla rete foto e video di tutti i tipi, e tutti fanno a gara in cerca di popolarità e trasgressione.
Il privato fa colpo!
Ciò che prima era tabù oggi è "in"!
Ciò che era vergogna ora è "coraggio e desiderio di mettersi in gioco".
A voi la scelta!

Per certi versi dietro scandali e trasgressioni apparenti, spesso è trapelato un mondo nuovo, più vero.
Ciò che nascondi dalla tua vetrina
appare allo specchio alle tue spalle...

I tempi sono cambiati parecchio, ed anzi oggi mi chiedo se gli adolescenti conoscano la parola diario cosi come la interpretavamo noi alla loro età. Forse oggi vanno più di moda i messaggini; telefonini e tecnologia hanno in così pochi anni cambiato la cultura e le priorità della vita...
Quando ero piccolino ricordo che prima dell'inizio del nuovo anno scolastico mamma ci portava allo spaccio, e li sceglievo oltre ai quaderni e i consumabili tra i più economici, il diario che mi avrebbe accompagnato per un intero anno. Doveva essere bello, colorato, con la copertina spessa e lucida, magari dei miei fumetti preferiti: Walt Disney, Stormtruppen, Tom e Gerry, Dylan Dog...
Oggi i giovanotti escono con il gruppetto degli amici ed i motorini, e cercano l'ultimo telefonino con le cover colorate intercambiabili e le suonerie di chi sa quale gruppo rock...
Internet ha avvicinato culture lontane.
Ha arricchito persone povere.
Ha dato cultura agli ignoranti.
Ha aperto le porte a chi ha trovato sempre barriere.
Ha dato amici a chi era solo.
Ha fatto nascere nuovi amori in chat.
Ha dato sbocco alle piccole attività verso il mercato mondiale con un click.
Ha rotto la catena dei figli d'arte...

E' più virtuale l'anima o la rete-web? Entrambe contengono tutto ciò che è insito nell'uomo... con tutte le sue sfumature. Quali le sue prospettive future? Quali altri traguardi potrebbe raggiungere un mondo virtuale che ha già provato tutto?
Ma attenzione... non tutto ciò che brilla è oro!!


Antonello RUGOLO